L’onda della cd digital transformation è sempre più alta e avanza inesorabilmente verso le quiete e, per certi versi, ignare -per scelta? – costiere della professione legale.
Per il vero è trasversale a qualsiasi settore e inarrestabile. Anche la professione legale, checché ne dicano i nostalgici di un mondo che non c’è e tornerà più, non riuscirà mai ad arginarla o a tenerla al di fuori del proprio sacro -almeno per alcuni- campo.
Quindi o quest’onda la si prova a surfare o, per certo, standosene sotto, prima o poi se ne verrà travolti e stravolti.
L’intelligenza artificiale e altri strumenti digitali stanno diventando un potente supporto al professionista per elevare sempre più la qualità della sua prestazione lasciando, invece, l’algoritmo e dintorni ad occuparsi delle attività ripetitive e a basso valore aggiunto (e proprio perché tali ad alto rischio di errore), aumentando l’efficienza dei processi di gestione interni e la tempestività della prestazione verso il cliente.
Umanesimo digitale, comunque. Il Professionista rimane insostituibile per definizione e guida saldamente la propria macchina stando attento, però, di dotarla dei migliori strumenti che gli consentiranno di viaggiare in sicurezza e qualità sulle nuove strade -o forse meglio dire ormai autostrade- che anche nella professione legale si stanno tracciando.
L’AI Act europeo, ad esempio, è foriero di nuove e grandi opportunità professionali per il mercato legale, solchè ci sia l’apertura culturale a gestire e utilizzare nuovi strumenti di lavoro per far gemmare queste nuove e sfide professionali sia nelle aule dei tribunali sia nel vasto mondo della consulenza al mercato.
Siamo sicuri che ignorare le potenzialità di un Chatgpt quale co-pilot nella risoluzione e gestione delle tematiche professionali quotidiane, ci renda competitivi e al passo con le richieste dei nostri clienti?
Siamo sicuri che essere supportati nella redazione di documenti a variabile ricorrente da parte di un algoritmo che impara sotto la nostra guida proprio come il migliore dei tirocinanti/praticanti, sia proprio così disdicevole e contrario al decoro professionale nell’anno 2023?
Non è forse meglio considerare seriamente che la stessa prestazione professionale a pari qualità, ma sviluppata in un terzo del tempo necessario a renderla in maniera tradizionale, costerà inevitabilmente meno al cliente e farà marginare di più il professionista e, quindi, costituirà di fatto un inarrestabile fattore di espulsione dal mercato legale di moltissimi di noi?
L’aver dedicato all’innovazione digitale un’apposita sessione dell’annuale congresso di un’associazione di altissimo profilo e reputazione qual’è la Melchiorre Gioia, costituisce una formidabile occasione di confronto aperto e costruttivo sulle innovazioni in atto e in arrivo per contribuire a formare una coscienza critica che, senza paura e pre-giudizi, permetta di capire e approfondire quanto il nostro mondo professionale sia e stia cambiando -forse in meglio anche?- a velocità impensabile fino a prima della pandemia.
Perché ricordiamoci che oggi “nel nuovo mondo non è il pesce grande che mangia il pesce piccolo, ma è il pesce veloce che mangia quello lento.” (Klaus Schwab)
Andrea Girardi
Amministratore Delegato Itas Law Tech