MEDICINA LEGALE: DALLA SAGA ALLA TRAGICOMMEDIA. SARA’ L’ORA DI SVEGLIARSI?

Notizia di questi giorni: a Modena gli specializzandi del locale istituto di medicina legale denunciano di essere demansionati venendo utilizzati come centralisti.

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2025/03/21/news/medici_specializzandi_modena_reggio_centralinisti-424077028/.

Dov’è la novità?

La Medicina Legale che abbiamo conosciuto era rappresentata da un’unica società scientifica nella quale ci riconoscevamo tutti, dall’indiscussa autorevolezza, rispettata al pari delle società scientifiche più prestigiose, rappresentative delle varie realtà cliniche. Nel giro di un ventennio vi è stata una imprevista, quanto rapida deriva, che ha portato ad un lento ed inarrestabile declino divenuto eclatante nell’ultimo anno.

Facciamo parlare i fatti.

Ad aprile 2024 esplode il caso delle autopsie con ballo e musica di docenti e discenti in sala autoptica. I fatti sono talmente gravi che persino gli organi di stampa nazionale danno grande rilievo alla notizia.

https://www.repubblica.it/cronaca/2024/04/13/video/medici_ballano_in_aula_vicino_ai_cadaveri_bufera_sui_social-422521227/.

A dicembre, la rivista internazionale Toxics, che tratta gli aspetti relativi a sostanze chimiche e materiali tossici, ritira un articolo di studiosi di un istituto medico legale di prestigiosa università italiana perché ritenuto un plagio.

https://www.mdpi.com/2305-6304/12/11/819

Pochi mesi prima un giurista, docente universitario, aveva denunciato pubblicamente che ad un convegno di medicina legale alla Sapienza di Roma era stato fatta una relazione con la presentazione di slides copiate da un suo lavoro

https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7267148259448561665/

A febbraio di quest’anno viene chiusa, con il patteggiamento e la sospensione condizionale della pena, l’inqualificabile vicenda del direttore dell’Istituto di medicina legale di Torino accusato di violenza sessuale, minacce e stalking nei confronti di alcune specializzande.

https://www.ilpost.it/2025/02/08/patteggiamento-molestie-giancarlo-di-vella-torino/

Tutti gli episodi riguardano “l’Accademia” perché i “Travet” della disciplina fatta di migliaia di dirigenti dell’Inps, dell’Inail delle Asl, liberi professionisti che stanno dieci ore al giorno nei loro ambulatori, svolgono dignitosamente, con competenza e senza rumore il loro impegnativo e qualificato lavoro.

Ma perché il mondo accademico ha perso la bussola?

Non spetta a noi dare giudizi; certamente le cause sono profonde meritando ben altra sede di discussione, ma invertire rotta non sarà facile se non si apre un dibattito all’interno della categoria che, partendo da una profonda autocritica, faccia un’analisi seria dei problemi esistenti per poter passare alla fase propositiva alla ricerca della possibile e sostenibile soluzione.

Il nostro paese vive da anni una fase di stagnazione economica che ha portato, di riflesso, ad una costante riduzione dei fondi economici a disposizione di Università e Sanità. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti con Facoltà sempre più in affanno dal punto di vista qualitativo nella proposta formativa delle nuove generazioni ed una Sanità sempre più problematica nella fornitura di servizi.

La medicina legale, da sempre cenerentola dei due settori, soffre maggiormente di questa situazione con effetti devastanti.

Nel settore universitario da oltre venti anni è in corso una lenta ma costante destrutturazione degli Istituti di medicina legale che, non di rado, hanno strutture fatiscenti e personale carente, se non addirittura mancante.

Gli Istituti potevano essere concentrati in tre-quattro sedi nazionali con sviluppo della patologia forense, con sedi adeguate, dotate di moderni ed efficienti strumenti di lavoro e di ricerca, con personale docente, amministrativo ed ausiliario proporzionato. Si è preferito mantenere troppe strutture con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. 

I criteri di selezione del personale docente hanno perso di vista da tempo i criteri meritocratici necessari. Attualmente, nella Commissione Ministeriale per l’abilitazione scientifica nazionale per i professori universitari di prima e seconda fascia, vi è un solo medico docente in medicina legale e poi una odontoiatra ed una giurista. Con quali criteri viene giudicata la competenza di un futuro professore in tema di patologia forense, tossicologia forense, biologia molecolare, genetica forense, psichiatria forense?

I risultati sono la mancanza di una attività routinaria universitaria operativa a livelli adeguati, per cui i casi più complessi vengono affidati ai RIS (Raggruppamento Investigazioni Scientifiche) dei carabinieri ed alla Polizia Scientifica.

Ne deriva che la produzione scientifica è di medio-basso profilo (basti vedere l’IF delle riviste ove vengono pubblicati i lavori stessi) e, per di più, non vi sono riviste nazionali; gli articoli pubblicati a livello internazionale sono frutto di pochissime personalità, apprezzate anche all’estero, ma sono meriti del tutto individuali e non di sistema.

Nel mondo della sanità lo smantellamento della medicina legale della Asl è più recente ma ormai in fase avanzata, con piante organiche dei medici ridotte al lumicino ed anche esse povere di personale ausiliario. Tutto ciò è ben comprensibile poiché a fronte di risorse economiche limitate, con anche il mantenimento delle prestazioni sanitarie di primo livello in difficoltà, appare logico tagliare risorse ad attività prevalentemente di tipo amministrativo e non assistenziale.

Il riconoscimento dell’invalidità civile è ormai esclusiva dell’Inps, la certificazione sanitaria per la patente di guida o altre prestazioni analoghe si possono fare in strutture private e così continuando.

La gestione del rischio clinico nelle strutture sanitarie per i medici legali, che di fatto non hanno la formazione e le competenze degli igienisti o dei medici del lavoro, è diventata di fatto la gestione del contenzioso delle controversie in tema di responsabilità professionale. Attività importante ma settoriale e la legge 24/2017, emanati anche i relativi decreti attuativi di competenza, è ormai attuata con conseguente riduzione delle controversie in materia sanitaria. Inoltre, progressivo ma costante, è il passaggio dalla forma in autoassicurazione delle ASL verso formule miste come le SIR (Self Insured Retention) ed aumentano le polizze con imprese di assicurazione specializzate in materia e quindi anche questo campo di attività sarà destinato a contrarsi.

L’approfondimento potrebbe continuare ancora a lungo ma, come abbiamo detto, non è questa la sede e potrà essere argomento per una riflessione collettiva da parte di tutti i medici legali di buona volontà che hanno a cuore la nostra disciplina.

Per concludere: comprensibile lo stato d’animo degli specializzandi che manifestano il loro disagio passando quattro lunghi anni poco valorizzati rispetto alle attese previste da un corso di alto livello postlaurea e ritrovandosi a fare da supplenti di mansioni umili, ma necessarie, per il funzionamento minimo del sistema; comprensibile le difficoltà del personale docente che fa miracoli per adempiere con dignità ai propri compiti e non ha altre soluzioni praticabili.

Siamo nella classica situazione dove non vi sono vittime e carnefici, ma solo vittime.

Solo un ampio confronto, con un’analisi attenta e disillusa della realtà, potrà dare gli strumenti affinché, tutti uniti, si possa porre le basi per riprendersi quel ruolo autorevole cui avrebbe diritto la medicina legale italiana.

Società Scientifica Melchiorre Gioia

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Presidente

Dr. Giovanni Cannavò

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