LA VERA FOLLIA NELL’UOMO È PENSARE DI OTTENERE RISULTATI NUOVI FACENDO SEMPRE LE STESSE COSE…
Albert Einstein
Non vi è dubbio che ormai da circa 20 anni è in corso una crisi profonda delle professioni liberali.
Non rifuggono da questo problema le attività afferenti alle scienze giuridiche e sanitarie compresa la medicina legale: segno evidente è lo scarso interesse dimostrato negli ultimi anni dai giovani verso la libera professione preferendo il “posto fisso”.
Invero, con lo sviluppo della tecnologia è venuta sempre meno quella parte creativa che poteva esservi in ogni attività professionale, che faceva la differenza anche tra professionista e professionista, finendo tutti per svolgere sempre di più un’attività standardizzata.
Oggi questo fenomeno appare evidente nell’attività di consulenza medico legale in ambito assicurativo. Modelli di perizie rigidi, campi da riempire molto ridotti, procedure obbligate, poco margine di personalizzazione.
Tutto ciò ha portato ad un modello di lavoro poco stimolante, con un appiattimento della qualità della singola prestazione, con obiettivi meramente quantitativi e non qualitativi e non sempre viene valorizzato il valore aggiunto del professionista.
I nostri tempi ci pongono di fronte a cambiamenti continui, innovazione costante e l’appiattimento al lavoro ripetitivo porta inevitabilmente ad accentuare la crisi del settore.
Il fatto che le valutazioni medico-legale in ambito assicurativo stiano diventando un lavoro monotono, di scarsa soddisfazione, deve porre l’interrogativo su come invertire questa tendenza negativa.
Questo è il motivo per cui nel seminario del 15 febbraio a Pisa, abbiamo deciso di affiancare alla discussione sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale due argomenti emblematici: ovvero la valutazione della polizza malattia e del danno psichico.
Sono attività di valutazione divenute frequenti negli ultimi anni ma che hanno finito per essere affrontate dal professionista, non di rado, in maniera routinaria.
Una valutazione in ambito di polizza privata malattia è impegnativa e per fare un buon lavoro bisogna conoscere la polizza, coglierne gli aspetti specifici, tener conto della diversità esistenti sui vari prodotti del mercato assicurativo e di tutta una serie di aspetti che oltre a competenze specificamente medico legali assicurative richiedono anche cultura clinica.
Parimenti, per la valutazione del danno psichico troppo spesso si delega la valutazione allo specialista clinico rinunciando ad un inquadramento che tenga conto di quegli aspetti squisitamente medico-legali di nesso causale, di rilevanza del danno, di permanenze dello stesso, ecc.
Per questo motivo, abbiamo ritenuto opportuno una riflessione collettiva che, partendo dai temi proposti possano estendersi anche ad una più ampia riflessione sul futuro della professione.