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Avv. Andrea Girardi – GUARDARE AL FUTURO NON DALLO SPECCHIETTO RETROVISORE

L’AVV. ANDREA GIRARDI, AMMINISTRATORE DELEGATO ITAS LAW TECH, ANTICIPA IL SUO INTERVENTO AL XXXII ANNUAL MEETING, DOVE FARÀ IL PUNTO SUL LIVELLO DI DIGITALIZZAZIONE DEGLI STUDI LEGALI PROPONENDO GLI SPUNTI PER UN FUTURO PPROFESSIONALE PIU’ SMART

Finalmente ci siamo (ma qualcuno penserà, invece, purtroppo…)! Volenti o nolenti il popolo dell’avvocatura italiana si vede, suo malgrado, costretto a misurarsi con gli effetti scatenati dall’arrivo dell’onda della cd digital trasformation.

Oggi, più o meno tutti hanno un minimo di alfabetizzazione con il linguaggio digitale (tool, AI, Large Language Model, prompt etc.) e assistiamo al sorgere e proliferare ad un ritmo impressionante di aziende, esperti e tecnici che tutto propongono e sanno sull’intelligenza artificiale e suoi satelliti.

Ecco oggi è forse importante fare chiarezza e ordine per potersi poi orientare alle scelte migliori che effettivamente contribuiscano a generare valore nella nostra professione (e in tal senso ci sono prodotti ed esperti di assoluto livello).

Ordine e chiarezza dunque. Il Regolamento europeo (il cd. AI Act) è già un’importante pietra miliare per evitare la deregulation a cui si stava andando incontro, quantomai pericolosa dato che stava generando un’insormontabile diffidenza e rigetto verso strumenti che, invece, sono un potente ausilio per il professionista e non solo.

È chiaro ormai che l’uomo – e il professionista- non saranno mai messi in crioconservazione dagli strumenti digitali, ma saranno invece i protagonisti della loro evoluzione e applicazione. È chiaro anche che lo sviluppo di tali strumenti di portata planetaria necessita di ingentissimi investimenti in uomini e mezzi che inevitabilmente assegnano solo a pochi player la capacità di implementarli lasciando al variegato mondo che sta nascendo di società e professionisti con specializzazioni sempre più verticali, lo sviluppo di strumenti che aiutino invece ad applicarli ai diversi settori operativi.

E’ chiaro pure che la velocità di sviluppo e di cambiamento si misura in mesi – pochi- e non certo in anni.

E’ chiaro, infine, che i timori iniziali di essere travolti e stravolti dalla digitalizzazione si stanno trasformando un po’ alla volta in consapevolezza che anche il mondo legale sta ed è cambiato e che l’apertura al cambiamento è foriera di formidabili occasioni professionali e di potenti motivazioni alla resilienza professionale per le nuove generazioni di avvocate e avvocati.

Guardando al futuro – possibilmente non dallo specchietto retrovisore- sono convinto che gli studi legali dovranno sempre più a qualificarsi – pena una prevedibile decrescita professionale e una scarsa competitività/attrazione della clientela – come degli ecosistemi in cui convivono e si ibridano diverse competenze.

Già perché la digital trasformation ci ha insegnato come l’ibridazione delle competenze sia un potente strumento di crescita. Certo è/sarà necessario aprirsi a nuovi linguaggi e a nuove relazioni, ma il ritorno professionale e personale è veramente inimmaginabile e arricchente.

In finale altre due parole chiave per il futuro: metodo e automazione sono due concetti su cui è molto importante soffermarsi a riflettere se vogliamo veramente innovare, nel senso quantomeno di far crescere, creando valore, la nostra professione. Metodo perché solo con un metodo chiaro e preciso si potrà ottenere dalla digitalizzazione l’effetto più performante e appagante; automazione perché più che ciarlare spesso e a vuoto di tool, AI e dintorni, noi professionisti dobbiamo provare ad organizzare la nostra attività sfruttando appieno le automazioni che, attraverso gli innumeri strumenti digitali offerti via via dal mercato, possano consentirci di dedicarci maggiormente alla qualità della prestazione e nel contempo stare al passo con il mondo del tutto e subito.

In tal senso il titolo dell’annuale convegno della Melchiorre Gioia è già una dichiarazione di metodo, per l’appunto: LE REGOLE DEL SUCCESSO – SAPERE, SAPER FARE, FARE, FAR SAPERE. Verissimo!

Società Scientifica Melchiorre Gioia

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Dr. Giovanni Cannavò

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