Il disegno di legge AS n.° 1044 verte sulla necessità di affrontare il tema della morte in carcere (DiC) con un approccio basato su principi chiari, indagini tempestive, obiettive e trasparenti, e promuovendo la formazione e la collaborazione tra gli stakeholder, con l’obiettivo di:
– chiarire le circostanze del decesso (cause, modalità, luogo e tempo, eventuale coinvolgimento di terzi);
– tutelare tutte le parti coinvolte: la persona deceduta, i familiari, gli altri detenuti, le autorità penitenziarie, le unità sanitarie nelle carceri e la società;
– identificare eventuali responsabilità per garantire un’adeguata riparazione alle famiglie;
– esaminare i casi e sviluppare programmi di prevenzione basati su dati affidabili per la DiC;
– garantire alla comunità un’informazione certa ma equilibrata su ciò che accade negli ambienti istituzionali.
Questo documento, che nasce da una ricerca del nostro istituto, vuole essere un punto di partenza per affrontare la questione dei DiC in Italia e formulare protocolli e procedure per un approccio rigoroso al fenomeno.
L’interesse per le morti in custodia rappresenta uno sviluppo relativamente recente, simile all’attenzione rivolta alla tutela della salute psicofisica dei detenuti. Tuttavia, i dati epidemiologici su tali eventi sono ancora pochi e incerti, il che ostacola una comprensione approfondita del problema e la conseguente implementazione di strategie di intervento. Dopo aver esaminato la definizione di morte in carcere e la legislazione internazionale in materia di approccio sistematico alle indagini forensi, si propone di analizzare i dati disponibili nel contesto italiano e di confrontarli con quelli internazionali. Occorre discutere le criticità emergenti per individuare potenziali soluzioni. Sono stati estratti e analizzati dati epidemiologici provenienti da registri, rapporti e singoli studi internazionali. È stato condotto un confronto statistico per i dati ottenuti dai registri del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria italiano per il periodo 1992-2021. È emersa una correlazione significativa e moderata tra la popolazione carceraria media annua e il numero di morti per cause naturali (r=0,459, p=0,005), mentre non è emersa alcuna correlazione significativa tra la prima e il numero di morti per suicidio (r=0,294, p=0,058). Inoltre, non sono emerse correlazioni significative tra l’indice di sovraffollamento e il numero di morti per cause naturali o suicidio (rispettivamente, p=0,703 e p=0,056). Ancora, è emersa una preoccupante discrepanza tra i dati nazionali e internazionali relativi alle cause di morte in carcere, soprattutto per i suicidi, oltre alla mancanza di dati approfonditi e certi.
La rilevanza del tema pone la necessità di una riflessione sulla necessità di cambiamenti a più livelli. Da un punto di vista legislativo, si propone di istituire un’indagine forense per tutti i decessi in custodia; tale funzione potrebbe essere assunta da centri universitari specializzati, indipendenti da altre istituzioni, in grado di garantire formazione, ricerca, alta qualità e tempestività dei risultati. L’implementazione di protocolli e procedure, insieme alla registrazione di dati facilmente accessibili, potrebbe infine garantire la sicurezza dei risultati e la trasparenza, innescando un circolo virtuoso socialmente vantaggioso.
PROF. VITTORIO FINESCHI
Professore Ordinario di Medicina Legale
Sapienza Università di Roma
Direttore UOC Medicina Legale e delle Assicurazioni
AOU Policlinico Umberto I di Roma